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| | | GLI ADV DI MARZO
Questa è la mia raccolta dei miei 10 ADV preferiti trovati lo scorso mese. Dato che è da un po’ che non facevo questa cosa, ho deciso di aggiungere un bonus di altri 10; questo è stato un mese creativamente molto simpatico
SNICKERS
“You’re not you when you’re hungry”
Le campagne stampa interattive hanno sempre un valore aggiunto e questa di Snickers mi piace perché gioca doppiamente sull’orientamento della pubblicità e dell’umore, lasciando intendere che è il noto snack a rimettere ordine nelle cose.
Figura retorica: metafora, Anfibologia
CITAZIONE Client: Mars, Incorporated Product: Snickers Campaign Title: Hungry Faces Advertising Agency: FHV BBDO Amsterdam, The Netherlands Executive Creative Directors: Mark Muller, Martin Cornelissen Senior Art Director: John De Vries Senior Copywriter: René Verbong Account Director: Eke Rog Photographer: Oli Kellett
QUEENSBERRY
“A drink with few calories. We just can't say the same for the rounds per minute.”
Il prodotto è in secondo piano, ma il protagonista è la frutta che viene frullata per crearlo. La disposizione geometrica e psichedelica rende bene l’idea del caos generato dal frullare. Ciò che vedi è ciò che mangi.
Figura retorica: Sineddoche
CITAZIONE Advertising Agency: Full Jazz Propaganda, São Paulo, Brazil Creative Directors: Igor Ota Rogero, Marcelo Fróes, Luiz Lobo Art Director: Igor Ota Rogero Copywriter: Marcelo Fróes Planner: Gabriela Tognozzi Illustrator: Igor Alexandroff
HARIBO
“Haribo”
La sagoma degli orsetti gommosi è ormai impressa nella memoria di tutti. Ma quelli Haribo sono speciali, perché sono fatti di frutta (o almeno così vogliono farti credere )
Figura retorica: metafora
CITAZIONE Client: Haribo Campaign Title: Fruity Bears Advertising School: HAW Hamburg, Department Design Art Directors: Valentin René Tillian, Michael Wilde Mentor: Prof. Sven Vogel
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| | | HEINZ VUOL DIRE KETCHUP La H.J.Heinz è una compagnia che gode di una certa longevità, la cui storia vi invito ad esplorare sul loro interessantissimo sito interattivo, che presenta un invidiabile storytelling. Tra i vari prodotti alimentari di cui si occupa, il prodotto per la quale il nome fa antonomasia è certamente il Ketchup®. Nome che è entrato nel linguaggio comune ed è assimilato oramai alla pietanza in sé, la cui ricetta è nata in casa Heinz e per la quale l’azienda è diventata famosa, insieme ai suoi fagioli in scatola.
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| | | I LOGHI IN MOSTRA
Di recente sono stati pubblicati i vincitori del concorso indetto con il patrocinio di Unipol per la selezione del nuovo logo della città di Bologna. L’iniziativa non si è conclusa con una proclamazione ufficiale, difatti è stata organizzata anche una mostra presso l’Urban Center della Sala Borsa, in cui saranno esposti i vincitori e gli altri 500 e rotti partecipanti fino al 31 gennaio. L’accesso è libero.
FANTASIA PORTAMI VIA… GLI OCCHI. Quando ho visto il livello medio delle proposte mi sono mangiato le mani per non aver partecipato. Tra il brutto e il pessimo la stragrande maggioranza; il gusto non è proprio di casa, men che meno la professionalità. In pochi tra i partecipanti a mio avviso hanno idea di cosa sia un marchio, ma soprattutto hanno tenuto presente che si stesse parlando di rappresentare una città come Bologna. Dominante di tantissime è stato il concept del portico, con buona pace delle Due Torri, che invece mi aspettavo sarebbero state utilizzate molto di più. Avranno pensato “le Due Torri sono state abusate da tutte le paninerie e pizzerie, quindi faccio l’alternativo e ci metto i portici. E sai che c’è? Ci faccio una bella “B" con i portici! Sono un genio... E non ci avrà pensato nessuno. “
VINCE UNA IDEA Sarò sincero, quando ho visto il logo vincitore, sono inorridito. Un logotipo pesante e non molto coerente con il marchio, che dal canto suo è una geometria molto complessa e composta da trasparenze sovrapposte che a mio avviso poco si presta per essere utilizzato al fine per cui è creato. È stato andando alla mostra e leggendo come si sia giunti alla generazione e allo sviluppo che ho però capito quanto potesse essere valida l’idea, che si è mostrata sorprendentemente coerente con la città. È chiaro quindi che ad essere stata premiata non è la mediocre resa visiva, quanto piuttosto una rappresentazione sintetica e versatile di alcuni simbolismi Bolognesi (discutibili quanto si vuole, ma sensati più di quanto appaia nell’immediato).
èBOLOGNA A fare parlare del vincitore è la viralizzazione dell’idea che sta alla base della proposta, grazie alla quale chiunque può sbizzarrirsi sul sito ...Read the whole post...
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| | | GLI ADV DI DICEMBRE
KELOPTIC
“Turning impressionism in hyperrealism.”
Una idea forse appena vista per la pubblicità del film su steve Jobs, ma che qui apprezzo per il riferimento culturalmente stimolante e la capacità di sorprendere.
Figura retorica: personificazione, amplificazione
CITAZIONE Advertising Agency: Y&R Paris, France Creative Directors: Jorge Carreño, Robin de Lestrade, Pierrette Diaz Art Director: Eric Esculier Traffic Director: Ariane Nahon Art Buyer: Claire Nicaise-Schindler Digital Retoucher: Fred @ Les Démons Concepter: Eric Esculier Illustrator: Fred Witzgall Photographer: Seth Johnson
RENAULT
“You don’t become a great professional by chance.”
Dimmi che veicolo hai e ti dirò chi sei, ci dice questo adv. mi piace la ieraticità della posa, benché si tratti di un soggetto che svolge un lavoro piuttosto umile. Un contrasto che sottolinea la grandezza che si porta dentro un professionista, che spesso ha a che fare più con la competenza che con la piacevolezza del lavoro. Traspare l’orgoglio che si vuole attribuire anche al possesso della Kangoo.
Figura retorica: Metonimia
CITAZIONE Advertising Agency: Publicis Conseil, France Chief Creative Officer: Olivier Altmann Creative Director: Christophe Perruchas Art Director: Raphael Halin Copywriter: Benjamin Sanial AD Assistant: Juliette Leclerc Account Managers: Patrick Lara, Franck Agnel, Sigolène Naugès, Hélène Duvoux-Mauguet, Adeline Blanc
LEXUS
“Always keep a safe dinstance. The LS460 with PreCollision System PCS”
Nella sua banalità, questo è un adv che non ho potuto non inserire. Colgo qualcosa di raffinato nel trasporre il guidatore nei panni di un tranquillo gatto, quando più avanti si staglia un minaccioso cane, qui a significare allegoricamente il pericolo. Mi piace che si tratti di un gatto di peluche, a sottolineare ancora di più quanto poco...Read the whole post...
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| | | Gli Adv di Novembre 2013
Si è concluso il mese di novembre, che è stato un mese veramente ricco di belle pubblicità. Non è stato facile selezionarne solo dieci, spero che possano stimolare il vostro entusiasmo tanto quanto lo hanno fatto con me.
Pepsi
“we wish you a scary Halloween!"
La grande battaglia tra Pepsi e Coca Cola continua. Ad Halloween Pepsi ha lanciato questa provocazione, a cui Coca Cola ha subito risposto a tono.
Figura retorica: parodia.
CITAZIONE Advertising Agency: BUZZ IN A BOX, Brussels, Belgium Creative Directors / Art Directors: Gregory Defay, Quentin Gascard Photographer: Jekyll n’ Hyde Account Manager: Tu Anh Ha
Deleye
“Slip 16,25 euro, Socks 13,25 euro”
Un prodotto ci viene nascosto, ma ci viene fatto notare che esiste e, cercando nell'immagine, si può immaginare dove sia finito.
Figura retorica: Ellissi, Deissi, allusione
CITAZIONE Advertising Agency: DDB, Brussels, Belgium Creative Director: Peter Aerts Creation: Geert De Rocker, Tom Berth Account: Francis Lippens Photographer: Kris Van Beek Retouching: Dominique Piccinato Mediaplanning: Yolande Somville Art Buying: Gisèle Kuperman
Staedtler
“Where it all begins”
Tutto comincia da un progetto a matita, dopodiché diventa un famosissimo grattacielo.
Figura retorica: prosopopea, metonimia
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Un cambiamento preannunciato Questa notizia non arriva con tempestività; mi era sfuggita, benché delle avvisaglie che il cambiamento fosse in atto le si potevano scorgere dall'aggiornamento dell'icona della youtube app poco tempo fa. Ebbene, il colosso youtube ha introdotto sui vari social network un restyling del marchio e dell'immagine, cambiando stile in linea con la recente moda del design piatto. Nella copertina di facebook e lo sfondo di twitter si possono notare i nuovi elementi.
Lo stile piatto Completamente giocato sul contrasto tra rosso e bianco, notiamo che è stato mantenuto un collegamento con il vecchio marchio attraverso la tipica forma stondata di quello che ad oggi ci sembra a tutti gli effetti un pulsante. A suggerirlo, l'introduzione del tipico simbolino del tasto play, ormai antonomasia di "video" in senso ampio, di cui youtube è certo il rappresentante più noto su web.
La caratteristica stilistica che notiamo subito nel nuovo marchio è che abbandona completamente le sfumature e gli effetti di rilievo, per far spazio al tipico flat design che ultimamente Google sta introducendo in tutte le sue parti. Giusto una piccola ombra appena accennata fa da decoro. Anche il font è stato sostituito con un bastoni sottilissimo, molto minimalista.
Il logo principale non sarà tolto Si sono apprestati a rassicurare gli affezionati al vecchio marchio, affermando che essendo una parte fondamentale per l'azienda, il marchio principale non verrà tolto e continuerà quindi a svettare sul sito principale. Si tratta in definitiva di un cambiamento di immagine che riguarda le varie componenti social per rientrare nelle linee guida del visual di Google, benché sia nelle intenzioni di Youtube dare sempre più visibilità al tasto play, che essendo la prima cosa che si visualizza nei video sul suo sito, rappresenta anche un forte elemento di riconoscibilità.
The gustibus Personalmente apprezzo molto questo cambiamento, voi che ne pensate? Vale la pena mantenere il vecchio marchio o voi sostituireste anche quello?
Articoli simili - Yahoo e i 30 loghi migliori di quello nuovo - Più leggibilità al march...Read the whole post...
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30 giorni di illusione Dopo la campagna di Branding molto particolare "30 days of change" avviata dalla CEO di Yahoo, è stato finalmente svelato il nuovo logo.
Una grossa parte di me vorrebbe mantenere la neutralità e lasciare che siate voi a dire cosa ne pensiate, ma è più forte di me. Ho scelto un titolo volutamente un titolo provocatorio, visto che ben pochi dei 30 loghi che sono stati pubblicati nell'ultimo mese dall'azienda si sono rivelati all'altezza di quello di partenza.
Dal basso delle mie limitate competenze di Tipografia forse non sono il più adatto a muovere una critica così sbilanciata, ma di certo posso parlare da grafico che è abituato alle forme e in linea con i cambiamenti di immagine che le aziende stanno seguendo ultimamente. Posso parlare anche come utente, in realtà. Quello che dico è: "Che schifo! Sono stato illuso."
Creare aspettativa e deluderla La mossa di Marissa Meyer era un azzardo. Era un azzardo anche opportuno, se vogliamo dirla tutta, ma la scelta di fare un simile genere di campagna si rivela ora più per il suo potere di ritorno di fiamma, che per l'entusiasmo che può suscitare. Ha creato attesa per un intero mese, con la pretesa di darci un assaggio ogni giorno di ciò che stava accadendo, attirando moltissima attenzione e curiosità su ciò che stava accadendo in un modo a mio avviso molto brillante e 2.0, coinvolgendo gli utenti/clienti e rendendoli parte (almeno passivamente) di un processo creativo che normalmente è esclusivo dell'azienda. Tutto bene, infatti arrivati a questo punto tutti si sentono inevitabilmente più coinvolti e vicini all'azienda. Obiettivo raggiunto.
Come dicevo prima, però, a questo punto che siamo stati tutti coinvolti, vogliamo tutti dire la nostra. E' un nostro diritto come parte integrante di qualcosa in cui non abbiamo chiesto noi di essere coinvolti. Abbiamo visto molte aziende cambiare immagine nel 2013, come la American Airlines e la DC Comics, che ci hanno deliziati con un impeccabile passo avanti che non era certo facile. Da un colosso come l'azienda di Sunnyvale non mi aspettavo certo di meno.
Quello che ora mi chiedo è quanto questo marchio piacerà. E se non piacesse? Che bella figura di merdibus, insomma! ...Read the whole post...
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Un nuovo logo per Yahoo! La CEO Marissa Meyer continua la sua battaglia per il rilancio di Yahoo! dopo la sostituzione del suo predecessore Scott Thompson. È stata annunciata per il 5 settembre la rivelazione del nuovo logo, che secondo la prima ingegnere donna assunta da Yahoo! dovrebbe simbolizzare il cambiamento che sta pervadendo l'azienda da quando nel 2012 ne è stata sostituita la direzione.
30 giorni per cambiare Fino ad allora, però, pare che ci si debba attendere un logo diverso ogni giorno, che accompagnerà verso la versione definitiva. Il nome di questa campagna è quindi "Kicking off 30 days of change" e può essere seguita anche su Twitter tramite l'hashtag #Dailylogo.
Si tratta di una novità come campagna promozionale per un rebranding. L'obiettivo è chiaramente quello di mantenere un certo livello di buzz attorno alla notizia e di creare delal suspance, secondo me in modo abbastanza efficace. Per il momento sono stati pubblicati diversi loghi, ma il primo mostrato rimane quello che più mi convince
L'origine del logo Da quando nel 1994 l'azienda lo ha creato, sono stati fatti pochi piccoli cambiamenti e ritocchi, che però non hanno mai stravolto la sostanza. Una curiosità sulla nascita del logo di Yahoo! di cui forse non tutti sono a conoscenza, è che sia nato dall'ispirazione di una vignetta pubblicata nel 1963 sulla rivista Mad. La notizia non è mai stata confermata, benché siano abbastanza evidenti alcuni tratti in comune tra i due type.
Cosa pensate di questa campagna di rebranding?
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E' stata affidato a Jessica Hische il rebranding del noto marchio di servizi di email marketing MailChimps. Come ci spiega nel suo sito, non si è trattato di uno stravolgimento di immagine, né di un cambiamento stilistico, bensì di un aggiustamento che andasse a migliorare la leggibilità del marchio, specialmente a dimensioni ridotte.
Gli accorgimenti non sono molti, ma sono efficaci, a partire dall'allargamento delle aree strette a cui è dato più respiro, per non parlare del lavoro sulla baseline del testo, che ora è molto meno altalenante, benché mantenga il suo movimento che ne caratterizza lo stile scritto a mano. In ultimo il dettaglio che lo rende più gradevole è il restringimento dei punti di incontro delle linee, che sono state assottigliate rispetto al lettering. E ovviamente "Mail" e "Chimp" sono state separate; forse questa la modifica più ovvia
Si tratta di un lavoro sui piccoli dettagli, ma che rivela una grande cura e conoscenza dell'occhio umano. Personalmente l'ho trovata una grande lezione. Voi che ne pensate? Era meglio un rebranding completo, già che c'erano?
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